Alla base di ogni performance artistica c’è sempre il corpo: quello dell’artista, che agisce e crea la performance, e quello degli altri, presente o evocato.
Quali che siano il proprio coinvolgimento emotivo, le doti interpretative e le conoscenze filologiche, un musicista che esegue un brano sfrutta sempre certe qualità corporee di base. Alcune di queste vengono utilizzate con intensità differenti a seconda dello strumento usato, del brano, della velocità del metronomo, ma sono tutte, sempre, presenti.
Vediamo oggi quali sono le più importanti, con la promessa di tornare su ciascuna con metodi ed esercizi specifici quando servirà.
Coordinazione – Si tratta di una qualità molto complessa, a notevole componente neurologica. Possiamo riassumerla come la capacità di fare i movimenti voluti con accuratezza, e col minimo sforzo.
La coordinazione non è direttamente allenabile; tuttavia, con la pratica è possibile imparare a compiere con maggiore facilità gesti specifici.
Velocità – Anche questa una qualità complessa, la velocità si riassume nella capacità di effettuare un certo movimento in un tempo breve.
Notate che una persona può essere più veloce di un’altra in un certo movimento e meno veloce in un movimento diverso, e che in generale la nostra velocità di esecuzione diminuisce quanto più lo stesso movimento diventa ampio.
La velocità che interessa al musicista è la velocità rilassata e coordinata, col minimo dispendio di fatica: la possibilità di agitare freneticamente le dita più velocemente di un altro musicista non è, in sé, una qualità, se non finalizzata alla produzione del suono desiderato.
Nei gesti complessi, soprattutto quelli che richiedono una certa forza e coordinazione, la velocità di esecuzione può migliorare anche per il miglioramento di altre qualità (rilassamento, coordinazione, aumento delle forza ecc.).
Resistenza – Solitamente si parla di resistenza generale intendendo la generica capacità di continuare ad operare anche quando si è stanchi, e di resistenza specifica quando si valuta un movimento specifico: in questo secondo caso il termine indica la capacità di ripetere un movimento a lungo senza stancarsi e senza farne decadere la qualità e l’efficienza.
Anche la resistenza può aumentare perché altre qualità sono migliorate: ad esempio perché abbiamo migliorato l’esecuzione di certi movimenti e facciamo meno fatica.
Forza – Anche questa qualità ha una grande componente neurologica. Possiamo definirla come la capacità di compiere un movimento vincendo una resistenza.
Non lasciatevi confondere dal nome, la forza non è solo sollevare pesi o fare a braccio di ferro, ma entra in gioco ogni volta che si vince una resistenza, per quanto piccola.
Una distinzione molto utile è tra forza assoluta (ad esempio: quanto peso puoi sollevare in questo esercizio?), forza resistente (ad esempio: quante volte puoi sollevare questo peso?), forza veloce (ad esempio: quanto velocemente puoi vincere questa resistenza?) e forza veloce-resistente (ad esempio: quante volte riesci a spostare questo peso in un minuto?).
Come tutte le qualità neuromotorie, poi, la forza è specifica: anche il sollevatore di pesi più forte al mondo, se non è un chitarrista allenato, potrebbe avrebbe difficoltà a fare dei barré su una acustica con corde di elevato spessore e action molto alta per venti minuti di fila. Anche il musicista, dunque, ha bisogno di sviluppare una sua speciale forza. Non tutti gli strumenti richiedono la stessa forza. Ricordiamo, inoltre, che per ogni strumento esistono tecniche e posture che permettono – quando necessario – di fare più forza di quanto i nostri soli muscoli ci consentano. Ci torneremo.
Articolarità o escursione articolare – Questa caratteristica riguarda quanto riusciamo ad aprire e chiudere le articolazioni: ad esempio quanto la mano può flettersi sull’avambraccio, quanto un dito può sollevarsi se gli altri sono tenuti fermi, quanto possiamo sollevare la punta del piede tenendo il tallone a terra…
Naturalmente la nostra escursione articolare varia da articolazione ad articolazione, e anche da persona a persona. Di solito è condizionata da tre fattori:
- allungabilità dei muscoli;
- vincoli dei legamenti;
- struttura delle articolazioni.
La componente muscolare si allena facilmente, mentre la struttura di legamenti ed articolazioni in un adulto è solitamente immutabile ed è meglio non forzarla, per non farci del male.
Queste qualità, sviluppate in maniera armonica e funzionale, sono alla base della tecnica strumentale: vengono sempre chiamate in causa mentre suoniamo, e possono limitare la nostra capacità di esecuzione soprattutto in caso di brani o passaggi di difficoltà elevata rispetto alle nostre caratteristiche. Molti musicisti restano stupiti quando scoprono quanto sono migliorati solo riequilibrando certe qualità rispetto ad altre.
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