L’ho detto e lo ripeto: il primo strumento del musicista, al di là di qualsiasi retorica, è il suo corpo. Non importa quanto costosa sia la nostra strumentazione o quanto studiamo, sono l’efficienza e l’abilità del nostro corpo che, in ultima istanza, determinano quanto siamo bravi e dove possiamo arrivare.
Vorrei notare che qui primo significa almeno due cose:
- primo in senso temporale: la generazione del suono parte dal corpo. Tutti i musicisti di alto livello sono riconoscibili per il proprio suono, quale che sia lo strumento che utilizzano in un dato momento. Date ad Eric Clapton una Eko da cento euro, e suonerà come una Strato degli anni ’60. Lo stesso valeva per Pastorius, per Miles Davis, per Benedetti Michelangeli;
. - primo in senso gerarchico: le caratteristiche di progettazione e di funzionamento del nostro corpo (cioè in ultima analisi di noi) e la sua ottimizzazione sono prioritarie rispetto alle corrispondenti caratteristiche dello strumento musicale che utilizziamo.
Da quando ho capito che la mia più grande passione nella vita è aiutare le persone (e, per quanto ci riguarda qui, i musicisti) a migliorare la propria performance, ho cominciato un percorso che mi ha aiutato a capire certe cose che andrebbero secondo me messe a fondamento di qualsiasi ipotesi di miglioramento o perfezionamento. In questo articolo vorrei esporle brevemente.